Crise à l'horizon. Quelles solutions?

Ce jour, paru à l'AAP:

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21-03-2011 Processo Araldico Eriti vs Secretangel

KAP - Processo Araldico Eriti vs Secretangel

Si è concluso nel tardo pomeriggio dell’11 Marzo 1459 il processo araldico che vedeva contrapposti la Contessa di Soliera Eriti e la Baronessa di Montorsaio Secretangel.

La denuncia presso il Tribunale Araldico fu depositata il 16 Giugno 1458, rimasta congelata in seguito alla scomunica che invalidava i giuramenti, è stata ripresa in mano quando il Collegio, constatando la revoca della scomunica, aveva considerato nuovamente effettiva l'assegnazione del feudo di Montorsaio alla ormai ex scomunicata Secretangel.

Andando con ordine, si denota che il giorno 11 di Gennaio 1459 la Santissima Chiesa comunica la revoca definitiva della scomunica sulla compagnia ManoNera e tutti i suoi appartenenti, fra i quali SecretAngel.
Due giorni dopo, il 13 Gennaio 1459, il Collegio d’Araldica con un comunicato rende noto a tutti che Secretangel può prendere di nuovo possesso dei territori di Montorsaio e fregiarsi del titolo di Baronessa.
Questo gesto ha scatenato l’indignazione di molti nobili, che riunitisi hanno firmato una petizione richiedendo la revoca immediata del titolo e del feudo.
Il Collegio di Araldica ha risposto facendo presente che il ritorno in possesso del titolo è una conseguenza automatica della cancellazione della scomunica e non una decisione del Collegio e che l'unico modo che il Collegio ha per revocare un titolo è a seguito di una sentenza del Tribunale Araldico Arbitrale.
Le parti in causa non si smuovono dalle loro posizioni. I nobili firmatari rimangono indignati per il feudo e titolo restituiti nonostante la petizione. La Baronessa si dichiara meritevole della riassegnazione. Il Collegio comunica l’apertura del processo araldico in base alle denuncia avvenuta nel giugno 1458.

Infatti, con comunicazione datata 3 Febbraio, l’Araldo Carcarodon comunica l’apertura del processo per il giorno 20 Febbraio, come richiesto dall’accusa per motivi personali.

Senza perdersi d’animo la Baronessa di Montorsaio cerca di invalidare il processo portando dalla propria i regolamenti araldici, e affermando che la denuncia sia stata fatta ben dopo i tempi utili previsti da essi.

I giorni passano e nel giorno previsto per l’inizio del processo viene data comunicazione della sua apertura e dei suoi tempi: il 25 Febbraio l’accusa presenterà il proprio atto, il 26 Febbraio sarà il turno della difesa e poi la giuria si riunirà per esprimere il verdetto entro il 2 Marzo.

Il 25 Febbraio l’accusa, rappresentata dalla Viscontessa di Montemassi Aleeda, deposita l’atto. In esso, oltre ad una breve cronistoria, viene molto esplicitamente accusata la Baronessa di non aver rispettato i giuramenti fatti al momento della prima nomina avvenuta con le proprie azioni perpetrate dall’atto di scomunica fino al termine della guerra civile della primavera scorsa, tradendo la propria patria e portandoci la guerra.
Il giorno dopo è la Baronessa che prende la parola. Nel proprio atto, oltre a ripercorrere anch’essa gli eventi antecedenti che l’hanno portata alla scomunica, si dichiara meritevole del titolo per il suo prodigarsi per mesi per riportare la Compagnia della ManoNera nell’abbraccio di Aristotele e ribadisce che quanto da ella fatta nel periodo post scomunica non è giudicabile da un tribunale araldico in quanto al momento, con il titolo temporaneamente, alla luce dei fatti successivi, revocato, non era una Nobile Imperiale e quindi fuori dai diritti e doveri nobiliari.
In allegato, la difesa, riporta l’atto di revoca della scomunica, l’attestato della propria confessione e il diploma alla partecipazione della pastorale base presso l’abbazia di Fornovo.

Dopo la parola data all’accusa e alla difesa, il Cancelliere comunica il ritiro dei giurati per deliberare il verdetto. Verdetto previsto per il 2 marzo, ma che arriva solo nel tardo pomeriggio di Venerdì 11 Marzo 1459.
Il verdetto si divide in due parti. La prima descrive il processo avvenuto, riepilogando quando detto da accusa e difesa. Nella seconda parte, invece, veniva esposta la decisione finale. In essa il Cancelliere spiega che le azioni perpetrate dalla Baronessa contrastano di fatto con il giuramento fatto all’assegnazione del titolo, pur non prendendo in considerazione l’aspetto religioso della questione. La revoca della scomunica rendono Donna Secretangel nuovamente idonea al titolo, ma solo sotto l’aspetto della fede, ma non annullano il comportamento da ella tenuto, ma che sono necessarie nuove azioni per dimostrare il nuovo adeguamento allo status nobiliare. La corte ritiene che la Baronessa debba perdere il proprio status nobiliare per le azioni compiute che l’hanno portata alla scomunica e che sono con esso incompatibili, disponendo infine la revoca del titolo di Baronessa e la confisca del feudo di Montorsaio.
Dei cinque giurati, due si sono espressi a sfavore di tale giudizio (la Baronessa di Campo Ligure Lilih43 e il Barone di Rocca Evandro Arkangelo) contro i tre voti a favore (la Contessa di Cascina e Baronessa di Montecarlo Io77, la Contessa di Mirano Ladyfair e il Conte di Vallerotonda e Barone di Capodrise Jenin).

Si conclude quindi dopo due mesi una questione araldica che ha da subito suscitato scalpore.

Delling ed Eriti per la KAP

Heummm...que comptez vous faire?
Et s'il vous plait...si vous pouviez me donner réponse dans un délais cohérant avant que ça pete...merci à vous.

Ben voila...le temps de poser la question et les Anglois s'en melent...
Va falloir sortir le grand jeu, je crois.

Citation :

ROME (KAP) - Aristote's Square in Rome is uneasy. The cause of this is a decision taken at the Council of Tours, which just finished. This Council was organised by France's Primate, Odoacre de Corinthe, to discuss the position of the Roman Church in France.

This Council resulted in thorough reforms of the French Church. Six edicts were announced, and would take immediate effect in all French dioceses. The edicts included an edict stating that a bishop should no longer be required to stay in his diocese, and another edict that religious orders would have to request permission from the bishop of the believer for every course and each sacrament the believer would take. Immediately after publication of the six edicts however, four were recalled by the Roman Curia, represented by Cardinal Chancellor Aaron de Nagan. According to Canon Law, the Penal Code of Rome, any National Church has the right to enact their own decisions, but those are subject to approval by the Roman Cardinals.

The two stated edicts were approved by the cardinals. Immediately thereafter great concern became apparent among the religious orders. A manifestation of this was on Aristote's Square in Rome which was attended by members of the Cistercian Order and a few members of the Teutonic Order. They are unhappy about the fact that suddenly they must ask a bishop for permission before performing sacraments and religious training. Furthermore they criticize what they see as the discriminatory attitude of the bishops against the religious orders. The bishops reacted fiercely to criticism from the religious orders by claiming that they have the right to govern their dioceses and have sovereign control over the believers. Moreover, they argue that they, as representatives of the clergy (priests and bishops) would be the first to give sacraments, unlike the regular clergy (monks, chaplains) who, still according to the bishops, should be limited to secondary issues.

The reform and the backlash against it exposes once again the difficult relations between Rome and religious orders. In the past the monks of the abbey in Tastevin, in the County of Artois, were excommunicated after a conflict with the Papal authorities. This time emotions seem to be running equally as high.

Orannis for the KAP
Originally by Gabriel of the KAP

On est trés mal...

J'ai la confirmation ecrite que la Pologne est aussi dans le Coup...
Yueel a du faire une énorme boulette, cette fois-ci...

Citation :

Skwierzyna (KAP) - Sprawa kasacji miast od początku wywoływała wiele kontrowersji wśród mieszkańców całego Królestwa Polskiego. Toczono wiele dyskusji, w których ustalano, które miasta miały być przesiedlone. Teraz pojawiły się dwa zajścia, o podobnym charakterze, w których główną rolę odegrali Wójtowie zlikwidowanych bądź zgłoszonych do likwidacji miast Wielunia i Czerska.

Najpierw sprawa z Mazowsza, gdzie ówczesny Wójt - Pan Loozer - postanowił nagrodzić aktywnych mieszkańców, którzy dbali o wizerunek miasta. Nagrody pieniężne w wysokości 100 bądź 10 Talarów zależały od stopnia aktywności mieszkańca bądź Wójta. Burmistrz zastrzegł, iż nagrody mają charakter jednorazowy oraz dotyczą tylko obecnych mieszkańców Czerska. Została opublikowana lista, gdzie widniało dwudziestu mieszkańców, którzy mieli otrzymać gratyfikację. Po obwieszczeniu informacji o przyznawaniu nobilitacji pojawiły się głosy mówiące, iż ów czyn jest niezgodny z obowiązującym prawem. Wielu "nagrodzonych" postanowiło nie przyjmować premii, proponując inne formy zagospodarowania tych pieniędzy. Sprawa została zaskarżona do Trybunału, jednakże, z braku dowodów, została umorzona. Sam oskarżony utrzymuje, że fundusze miały pochodzić z jego prywatnych zasobów.
Całym zajściem zajął się również Kasztelan Księstwa Mazowieckiego - Pan Krisss Mazowiecki, herbu Dołęga, który uznał, że: "zachowanie Wójta Czerska Loozera świadczy o całkowitej nieodpowiedzialności. Nikt mu nie dał prawa, do rozrzucenia pieniędzy Czerska między mieszkańcami, do wybrania spośród Czerszczan tych lepszych i tych gorszych. Takie zachowanie jest niedopuszczalne." Zwrócił się również do osób nominowanych o nie przyjmowanie nagród, gdyż może to być traktowane jako współudział w całej aferze.

Podobna sprawa wydarzyła się w Wielkopolsce, gdzie Pan RohenTahir Trzebiatowski herbu Żmuda postanowił rozdać majątek kasowanego Wielunia między jego mieszkańców. Ten proceder wywołał wiele kontrowersji, przyczyniając się jednocześnie do niezliczonych dyskusji. Sam były Wójt w swoim zachowaniu nie dostrzega niczego złego, uznając, iż najuczciwiej będzie rozdać majątek między mieszkańców. Kasztelan Księstwa Wielkopolskiego Pan Xova Potocki herbu Poraj powiedział, iż nie widzi innej możliwości jak wyjaśnienie tejże sprawy.

Oba przypadki świadczą o fakcie, iż zarządzający skarbcami miejskimi likwidowanych miast, nie chcą, by fundusze trafiały do puli miasta, gdzie ludność zostanie przesiedlana.

Dla KAP, Jazzydevil007

Citation :

Heummm...que comptez vous faire?

Apprendre l'Italien déjà je pense...

espera multi procamentori wysklovolonaj misa temporelle, sed ab understatement überalles wontliches are'nt yet sprujlovikaniev, misa est.

shit, esto demasquatori

tou pas capish?

Bonjour!
Vous avez de la chance que je sois italien et que je parle couramment cette langue, sinon on aurait rien pu comprendre à cette lettre^^

Et Miss... L'italien est tout sauf une langue de barbare... c'est une langue poétique et raffinée. *Sourit*

Pour l'anglois, je me débrouille un peu aussi, mais pour le polonais, ça, je ne peut rien faire du tout.
Si il y a une personne qui parle cette langue ici présente et qu'il se sente l'âme de traduire ce texte, je ne suis pas contre!

Sinon je vais transmettre cette doléance au Conseil!